Probabilmente nel mondo, le persone che non conoscono almeno di nome Piazza San Pietro, si contano sulle dita di una sola mano: noi oggi vogliamo concentrare la nostra attenzione sul Colonnato di San Pietro, opera straordinaria del Bernini, che spesso non ammiriamo abbastanza, perchè catturati dalla maestosità della basilica.
San Pietro: identikit di una piazza.
L’immensa Piazza San Pietro, è in realtà costituita da due parti:
- Una a forma di trapezio rovesciato il cui lato maggiore corrisponde alla facciata della basilica.
- L’altra (quella più grande per intenderci) di forma ovale con il famoso obelisco al centro.
I due spazi sono unificati dal maestoso doppio colonnato, sormontato (cosa a cui molti non fanno caso) da ben 140 statue, 70 a destra e 70 a sinistra.
Attualmente, di fronte alla piazza vera e propria, c’è un’altra piccola piazzetta (intitolata a Pio XII) che sbocca su Via della Conciliazione e, tanto per curiosità, sappiate che qui si trova il confine fra Stato Italiano e Vaticano.
Ma è giunta ormai l’ora di tornare un pò indietro nel tempo, per scoprire quali eventi hanno portato alla costruzione di Piazza San Pietro e del suo maestoso colonnato.
piazza San Pietro: storia di una sistemazione urbanistica senza precedenti.
La Basilica di San Pietro e la sua piazza sorgono su una valle che in epoca romana era occupata dal Circo di Nerone e da un’area cimiteriale, dove secondo la tradizione fu sepoloto San Pietro, dopo essere stato martirizzato proprio nel Circo di Nerone.
In onore dell’apostolo, nel IV secolo l’imperatore Costantino fece costruire una grande basilica, ai margini della quale, nel Medioevo, nacque il quartiere di Borgo.
Nel 1503 salì al papato Giulio II della Rovere, che decise di ricostruire completamente la precedente basilica, detta “Costantiniana”, per dare nuovo sfarzo alla cristianità e, ovviamente, alla sua figura di papa.
Per moltissimi anni si susseguirono progetti e cantieri dei più famosi artisti dell’epoca: gente del calibro di Bramante, Michelangelo e Carlo Maderno, solo per dirne alcuni.
Nel 600, dopo che il corpo longitudinale della chiesa fu finalmente costruito, si pose il problema della facciata e del suo spazio antistante.
Come creare una piazza monumentale, rappresentativa del potere della Chiesa, che servisse allo stesso tempo come una specie di anticamera, che doveva collegare la città alla basilica?
Nel 1629 Carlo Maderno morì, e al suo posto, a capo del cantiere, subentrò Gian Lorenzo Bernini, che stava già lavorando al famoso “baldacchino” dentro la Basilica.
Bernini ed il colonnato di San Pietro: un’impresa assai difficile.
A Bernini toccò l’ingrato compito di sistemare la piazza, e darle un aspetto maestoso, ma allo stesso tempo armonico, e non fu per niente facile per svariati motivi, di cui vi elenchiamo i più importanti:
- La basilica già esisteva e quindi lui si trovò obbligato a creare qualcosa che architettonicamente non si discostasse troppo da ciò che aveva fatto in precedenza qualcun altro.
- Esistevano già anche i palazzi sul lato destro della Piazza, quelli degli alloggi pontifici, quindi Bernini doveva progettare qualcosa che non li coprisse.
- Vi era anche la necessità di creare ampi portici per consentire ai moltissimi pellegrini di ripararsi dalle intemperie.
Non dimentichiamo la cosa più importante: l’impianto architettonico doveva essere degno del potere della Chiesa Cattolica, i cui papi in quel periodo gareggiavano in sfarzo.
Colonnato di San Pietro: perchè ha rischiato di non esserci.
Bernini si mise all’opera e cominciò a studiare varie soluzioni.
Pensate che il suo primo progetto prevedeva una piazza a forma di trapezio, chiusa da palazzi porticati. Questa soluzione, che non prevedeva il colonnato, era dovuta anche al fatto che gli alti prelati volevano affittare o vendere botteghe ed alloggi di prestigio affacciati sulla piazza. Fortunatamente per noi, il risultato non convinse l’artista, che trovò i palazzi troppo alti, e l’impianto della piazza troppo monotono.
Bisognava inventarsi qualcosa che creasse un certo stacco con i palazzi apostolici, ma che mantenesse delle altezze contenute per lasciare bene in vista la Loggia delle benedizioni da cui il Papa si affacciava.
In tutto questo la piazza necessitava di ampi spazi e vie di fuga, per permettere lo svolgersi di imponenti procession a cui avrebbero partecipato moltissimi fedeli.
Colonnato di San Pietro: come risolvere un problema architettonico con una soluzione da scultore.
Bernini, dopo varie pressioni da parte della Curia, a cui piaceva la prima soluzione economicamente vantaggiosa, riuscì a farsi approvare un nuovo progetto, che è quello che ci ha regalato il Colonnato di San Pietro come lo vediamo oggi.
Decise di costruire una piazza ovale, circondata, invece che da anonimi palazzi, da un lunghissimo colonnato. L’artista cercò anche di ridurre al minimo l’abbattimento di costuzioni già esistenti.
Restavano però in ballo due questioni:
- Risolvere il problema della facciata della Basilica che appariva troppo larga.
- Collegare la forma ovale della piazza a quella lineare dei palazzi apostolici.
L’intuizione del Bernini fu a dir poco geniale:
- Fece partire i primi due lati del colonnato dalle estremità della facciata della Basilica, sviluppandoli in linea retta e leggermente convergenti verso la piazza, (dando una visione più equilibrata della facciata, grazie ad un effetto ottico) in modo da collegare la chiesa alla piazza ovale.
- Fece proseguire poi il colonnato in due emicicli che “abbracciavano la piazza” (il riferimento alle braccia paterne di Dio che proteggono i fedeli è palese).
Il risultato è ancora oggi davanti ai nostri occhi: le 284 colonne creano un’immagine a dir poco maestosa, che disegna lo spazio ma non lo chiude, si snodano intorno alla piazza non tanto come un’opera architettonica, ma più che altro come una sinuosa scultura.
Vogliamo chiudere con una piccola curiosità: l’allineamento delle colonne è calcolato al millimetro sui raggi dell’ellisse della piazza, il cui centro è indicato su una piastrella rotonda sul suo pavimento. Andate in quel punto (possibilmente di sera, quando la piazza è semivuota, magari dopo una passeggiata in Prati ed una cena da noi al ristorante Raf) e guardatevi intorno: le doppie colonne dei porticati vi sembreranno una sola!
D’altronde, cosa potevamo aspettarci da uno dei più grandi scultori di tutti tempi, che ci ha regalato opere che possono tranquillamente gareggiare con quelle del supremo Michelangelo?